La Riforma Gentile, inventata dal filosofo e politico italiano Giovanni Gentile all'inizio del XX secolo, è un concetto fondamentale nel pensiero del fascismo italiano. Secondo Gentile, la Riforma Gentile era una forma di educazione nazionale che mirava a formare cittadini italiani consci del proprio ruolo nello Stato e pronti a servire la nazione. Questo concetto era strettamente legato all'idealismo filosofico di Gentile, che vedeva la società come un organismo organico in cui ognuno doveva contribuire al bene comune.
La Riforma Gentile fu adottata dal regime fascista di Benito Mussolini come programma educativo ufficiale in Italia, e vide la riforma del sistema scolastico per promuovere l'ideologia fascista e formare una nuova generazione di cittadini fedeli al regime. Tuttavia, la Riforma Gentile fu anche criticata per la sua natura autoritaria e per il suo tentativo di limitare la libertà intellettuale e l'indipendenza della scuola.
Dopo la caduta del regime fascista, la Riforma Gentile venne largamente abbandonata in Italia, ma il suo impatto sull'educazione nel paese fu significativo e duraturo. Oggi, il termine "Riforma Gentile" è spesso utilizzato per riferirsi alle politiche educative autoritarie e nazionalistiche.
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