Cos'è riforma gentile?

Riforma Gentile

La Riforma Gentile, attuata in Italia a partire dal 1923 dal filosofo e Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile, fu un intervento organico e radicale nel sistema scolastico italiano. Mirava a creare una scuola elitaria e selettiva, basata su un ideale umanistico e idealistico.

Punti chiave della Riforma:

  • Centralità dell'istruzione umanistica: L'istruzione classica, con il latino e il greco, veniva considerata fondamentale per la formazione della classe dirigente. Si voleva formare una élite intellettuale capace di guidare la nazione.
  • Selezione precoce: La riforma prevedeva una rigida selezione degli studenti fin dai primi anni di scuola, orientandoli verso percorsi diversi a seconda delle capacità ritenute possedute.
  • Istituzione di diversi tipi di scuole:
    • Il liceo classico, con un forte orientamento umanistico, preparava all'università e alle professioni liberali.
    • Il liceo scientifico, con un focus su matematica e scienze, apriva le porte all'università, ma era considerato di livello inferiore rispetto al classico.
    • L' istituto tecnico, mirava alla formazione di figure tecniche per l'industria e il commercio.
    • L'istituto magistrale, formava i maestri elementari.
    • La scuola complementare, un corso biennale post-elementare, indirizzata ai ceti popolari e finalizzata all'inserimento nel mondo del lavoro.
  • Importanza dell'educazione religiosa: L'insegnamento della religione cattolica divenne obbligatorio nelle scuole elementari.
  • Esami di Stato: Furono introdotti esami di Stato alla fine di ogni ciclo scolastico, per garantire un livello di preparazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
  • Rafforzamento dell'autorità del docente: Il ruolo dell'insegnante veniva elevato e valorizzato, considerato una figura di riferimento morale e intellettuale.

Conseguenze:

La Riforma Gentile ebbe un impatto significativo sul sistema scolastico italiano. Se da un lato contribuì a elevare il livello culturale della classe dirigente, dall'altro accentuò le disuguaglianze sociali, penalizzando i ceti meno abbienti e limitando le opportunità di istruzione per molti. Il sistema selettivo e l'orientamento classista contribuirono a perpetuare le differenze sociali. Nonostante le critiche, alcuni aspetti della riforma, come l'importanza della preparazione dei docenti e l'introduzione degli esami di Stato, hanno continuato a influenzare il sistema scolastico italiano anche dopo la caduta del fascismo.